Ieri in una nostra copertina (LEGGI QUI), abbiamo ricordato la Ternana che vinse il campionato di C2 nello spareggio di Cesena. Sono passati 35 anni da quella magica stagione che iniziò tra mille dubbi e incertezze, con una proprietà nuova di zecca e che “mister x” che noi giornalisti tenemmo segreto su indicazione di Ernesto Bronzetti, il grande regista di quella stagione straordinaria. Il mister x svelò i propri connotati quando era già tempo di mettere mano alla squadra. Gaspare Gambino, presidente e proprietario del club con lui Eraldo Valentini. La società non mise a disposizione capitali ingenti. Tutt’altro. Ma aveva accanto a sé le persone giuste. Bronzetti, Maisto, Simonelli, Tobia allenatore: gli ultimi tre coinvolti proprio da Ernesto. La scelta degli uomini fu la prima idea vincente. Poi si aggiunsero quelle legate alla squadra.

Una situazione che, in qualche modo, ha dei punti di contatto con quello che sta succedendo oggi nella Ternana costretta a ripartire dalla serie C (allora era C2) senza poter contare sui capitali ingenti che ha messo a disposizione il munifico Bandecchi nelle gestioni precedenti.

Ora c’è una società che si appresta a vivere il suo secondo anno in rossoverde ma che, come allora, riparte da un direttore sportivo (Capozucca) e da un direttore organizzativo e amministrativo (D’Aniello). Non è una scatola vuota ma, a seconda delle scelte, potrebbe perdere diversi elementi presenti nel contenitore. Di sicuro c’è un altro punto forte di contatto: la necessità di mettere in campo tante idee. Perché molto spesso (e quella Ternana lo è stata) le idee contano quanto e più delle risorse economiche.

Nella passata stagione, quella della retrocessione, alcune idee sono risultate perdenti altre, invece, hanno tenuta viva la speranza di salvezza fino all’ultimo.

Allora si ritrovarono giocatori sul viale del tramonto e qualche giovanotto sconosciuto ai più. Stavolta un progetto fatto di giovani di belle speranze sommati ad elementi di esperienza potrebbe risultare decisivo. Specie se, come allora, nel gruppo troveranno spazio anche elementi di personalità. Quella dote che, purtroppo, anche a causa di qualche infortunio di troppo, è venuta meno nel triste finale di una stagione che deve essere tenuta a mente per non ripetere gli stessi errori.

Ma soprattutto sarà fondamentale riuscire a coinvolgere l’intera città. Allora non c’erano curve divise né partiti (gruppi di tifosi) a sostegno di questo o quel giocatore, del tecnico o del diesse. Erano le famiglie Ternana a sostenere la Ternana costruita da un ternano con un presidente siciliano e un tecnico abruzzese. Città e tifosi entrarono in simbiosi come raramente è capitato di ritrovare negli anni a seguire. Fu quel collante a spingere la Ternana oltre le aspettative.

Sarebbe bello ricreare quell’ambiente con le idee figlie dei nostri tempi. Perché nel calcio c’è un elemento che mai passerà di moda: la passione dei tifosi, il loro amore. Elementi che si possono riconquistare facendo scelte chiare, oneste, senza raccontare storie diverse dalla realtà. Pescare da vecchie esperienze non ci sembra poi così difficile. E di tempo per mettere insieme i tasselli giusti ce n’è in abbondanza.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 12 giugno 2024 alle 15:00
Autore: Massimo Laureti
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